“Sono sempre stato affascinato dalla carta, magico strumento per la trasmissione della parola scritta e al tempo stesso duttile materia. Mi attrae la sua leggerezza robusta e la sua solida trasparenza, la variegata consistenza delle sue superfici e la sua capacità di attrarre la luce e dare dimensione alle ombre. La carta è il prolungamento della vita e della memoria dell’albero, e nel mio lavoro voglio che continui ad essere una materia viva in grado di trattenere le stagioni, il vento, la pioggia, la polvere, le lune e il sole e liberare, come nei sogni, desideri e fantasie.”
Ho imparato a fare la carta dall’artista e maestro Hiroaki Asahara. Hiroaki mi ha insegnato la tecnica per la fabbricazione della carta washi, antica carta giapponese fatta a mano, e insieme mi ha trasmesso l’entusiasmo e il desiderio di usare la materia e l’immaginazione per creare e sperimentare nuove forme, volumi e colori.
In un recente viaggio in India ho avuto la possibilità di conoscere altre tecniche di fabbricazione della carta, come quelle illustrate dal libro Off the Deckle Edge; a papermaking journey through India, scritto da Neeta Premchand, che ho avuto la il piacere e la fortuna di incontrare a Bombay.
Il processo illustrato dalle fotografie mostra le seguenti fasi: la macerazione e triturazione di carta cotone e carta riciclata; la colorazione della pasta di cellulosa così ottenuta; l’immersione della pasta in vasche d’acqua; la raccolta di uno strato sottile di pasta su un retino; la posa su un canovaccio; l’inserimento di fiori, foglie, fibre, sabbie e altri elementi naturali; l’essicazione del foglio; il foglio di carta finale.